Bambini e Natura

09 Settembre 2018

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Bambini e vita all’aria aperta: un binomio imprescindibile

La natura è perfetta nella sua imperfezione, con le sue infinite sfaccettature e possibilità; mette sempre alla prova facendo emergere talenti e potenzialità di ciascuno, spingendo ognuno a superare i propri limiti.

Nel passato la vita all’aperto era preponderante e per questo era teatro di molti momenti di crescita e apprendimento; oggi le cose sono decisamente cambiate. Le aule sono diventate per gli educatori, con i loro muri, luoghi sicuri dove arginare i pericoli e avere sempre la situazione sotto controllo.

 

La vita virtuale ha preso il posto della vita reale e così abbiamo bambini sempre più  tecnologici, uniformati ed educati da un punto di vista intellettivo e sempre meno dal punto di vista motorio.

 

Nella fascia della prima infanzia l’apprendimento avviene principalmente attraverso il corpo, la sensorialità e la motricità, la scoperta spontanea, quindi la natura diviene il miglior spazio educativo possibile con i suoi cambiamenti e le sue sfide.

All’aria aperta ognuno può trovare tutto quello di cui il bambino ha bisogno, tutti i sensi  vengono attivati e pronti a recepire ogni minima variazione: si possono fare ipotesi, verificarle, esplorarle, muoversi in uno spazio aperto, sentire freddo o caldo, sentire il vento sulla pelle, la rugiada tra le mani, assaporare il sole  o sentire il canto degli uccelli; insomma possiamo offrire ai bambini non un’aula  di laboratori, ma l’intero universo.

 

In alcuni nidi il giardino è un mero spazio decorativo dove di rado i bambini escono; in realtà l’area scoperta deve essere parte integrante dell’asilo, deve fungere da spunto e strumento per svolgere attività educative che promuovano la competenza e la potenzialità dei bambini. Il fuori è infatti non solo riferito alla natura ma al mondo in generale, oltre le case e le classi, che parla altre lingue e altri linguaggi. L’educazione in natura porta i bambini a pensare in modo critico, a porsi delle domande, a risolvere problemi, a  stimolare la curiosità: ogni forma di apprendimento avviene dunque in modo naturale.

 

Terra, mare, montagne e bosco ci insegnano molto di più di quanto possiamo apprendere dai libri. Il movimento all’aria aperta permette di entrare in un regno magico, ogni angolo è occasione per correre, sporcarsi, cadere per poi rialzarsi, saltare, strisciare, trasportare sassi, rotolare, scalare, sentirsi parte di un gruppo, cooperare con gli altri, far emergere la propria creatività e intelligenza che non è quella dell’apprendimento nozionistico. E anche se è bello avere giochi strutturati, la loro assenza non comprometterà la possibilità del piccolo di scalare i rami di un arbusto,  di divertirsi o di trovare soluzioni alternative sotto lo sguardo dell’educatore lungo un pendio.

Il linguaggio si arricchisce di termini che riguardano l’esperienza sensoriale, motoria, osservativa. Si è obbligati a comunicare con i compagni.

La logica pure è rafforzata e si impara a vedere i problemi da più punti di vista: per ogni ostacolo ci sono sempre almeno due soluzioni, le menti si aprono naturalmente perché bisogna cercare, guardare, sentire , osservare e scoprire tutto quello che l’ambiente mutevole ci riserva.

 

Ogni parte della natura contiene meraviglia , bontà e silenzio. La natura non ha fretta ma tutto si realizza; questo aiuta il bambino ad attendere e a rispettare il tempo non avendo  fretta.

 

Come sosteneva William James, nello spazio aperto si allena il cervello anche involontariamente e inconsapevolmente a forme di attenzione che con maggiore profondità si radicano in noi. Avviene da un punto di vista scientifico una vera e propria organizzazione neuronale che porterà  il bambino a prestare attenzione naturalmente al maestro e ad apprendere con velocità, piacere e curiosità.

Le ricerche ci raccontano che molti deficit dell’attenzione si manifestano perché nei primi tre anni di vita sono mancati contatti con la natura, ma ci sono state solo iperstimolazioni e attenzioni eccessive da parte dell’adulto. I bambini di oggi sono mancanti di esperienza reale, indispensabile per creare un’attenzione indiretta che si trasforma in quel lasciarsi affascinare da tutto ciò che ci circonda nonostante le difficoltà.

 

La natura permette di far emergere, nella sua straordinaria bellezza, ogni essere umano per quello che è, ci fa sentire  irripetibili, unici e speciali, sempre in viaggio, pronti per affrontare una nuova affascinante avventura di cui conosciamo l’inizio ma l’evolversi degli eventi è avvolto nel mistero. La vita all’aria aperta insegna al bambino, e poi all’adulto, che tutto è possibile perché ogni nuova occasione non è mai un problema ma una nuova un’opportunità.

 

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